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Il decalogo del giornalista |
da la Repubblica, 25 settembre 1996
- Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità.
- Cita le fonti. Se la tua fonte vuole restare anonima, diffida.
- Verifica quel che ti dicono. Se non puoi verificare, prendi le distanze.
- Non diffamare il prossimo, ed evita le frasi del tipo: “Sembra che il tale abbia rubato…”.
- Non obbligare il lettore a leggere una colonna di roba prima che cominci a capire che cosa è successo.
- Non fare lunghe citazioni fra virgolette all’inizio di un «pezzo» senza rivelare subito chi sia il loro autore.
- Non mettere mai fra virgolette, nei titoli, frasi diverse da quelle che sono state pronunciate.
- Evita le iperboli e le metafore di Pierino, come «bufera» («il partito è nella bufera»), «giallo» («il giallo di Ustica»), «rissa» («ed è subito rissa fra x e y»), «fulmine a ciel sereno».
- Prima di scrivere nel titolo che «Londra è nel panico», va’ a Londra e controlla se otto milioni di persone sono davvero usciti di testa.
- Non dire mai: «L’obiettività non esiste». È l’alibi di chi vuole raccontare balle.